nuovo simbolo lega

Salvini registra il nuovo simbolo della Lega. Eccolo.

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Matteo Salvini non molla il simbolo della Lega. Anzi: lo scorso 15 giugno il ministro dell’Interno ha registrato a suo nome un nuovo marchio presso l’ufficio europeo dei brevetti. Il logo depositato è molto simile al vecchio, restano la parola “Lega” e la stilizzazione di Alberto da Giussano. Sparisce la parola Nord. Questo, chiaramente, in funzione della diffusione del partito nel Centro Sud.

Il marchio, che ora appartiene al “capitano”, è costituito, si legge nella descrizione,  “dall’immagine di Alberto da Giussano, di colore bianco e blu su sfondo bianco, sovrastato dalla parola Lega, di colore blu, in caratteri maiuscoli di fantasia”. Viene precisato che  “tra le lettere “e” e “g” della parola Lega si inserisce la spada sguainata del Cavaliere”, che non è quello di Arcore. Nello stesso giorno di giugno, il leader leghista ha registrato anche il disegno dello spadone, rivendicandone la proprietà intellettuale. Nell’archivio europeo, a nome Salvini, ci sono altri brand: “Prima gli italiani”, “Salvini premier”, “Noi con Salvini”, “Identità e Popoli”.

Dunque viene meno ogni dubbio sul fatto che il vice premier voglia fare a meno del simbolo leghista, come egli ha assicurato. Le questioni sono due. Il fatto che il partito di via Bellerio è oggetto di un’inchiesta. Quella condotta dalla procura di Genova, secondo cui i leghisti avrebbe occultato all’estero 49 milioni di euro ricevuti grazie al finanziamento pubblico dei partiti. Il Tribunale del riesame deciderà se vanno bloccati tutti i conti riferibili al Carroccio per recuperare questa cifra. Cambiare partito, dunque, significa chiudere i conti con il passato, con le gestioni precedenti. Evitando che il partito salviniano sia gravato da pesanti eredità, politiche ed economiche, che ne condizionino il presente e il futuro. L’altro tema è politico. Se Salvini vuole ampliare il suo bacino elettorale che, come dicono i sondaggi, supera il 30 per cento, deve disfarsi della sua connotazione nordista. Per questo, a nome di Matteo, ci sono una serie di brand, registrati negli ultimi anni, privi di identità territoriale. Il ministro dell’Interno, per superare questo problema, si è attribuito nuove sigle. Una contiene solo Alberto da Giussano e il spadone, simbolo leghista che adesso appartiene a lui. Poi nell’archivio dei marchi europei ci sono altri brand che non hanno espliciti riferimenti al Settentrione tipo “Prima gli italiani”, “Salvini premier”, “Noi con Salvini”, “Identità e Popoli”.   

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