INTERVISTA Annaelsa Tartaglione alla conquista del Molise: “La risposta alla rabbia del Sud non sono i grillini”

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Il 22 aprile, nel bel mezzo delle consultazioni, si vota in Molise. Annaelsa Tartaglione, 28 anni, coordinatrice del partito molisano e neo deputata, nei giorni scorsi è stata accanto a Silvio Berlusconi durante il suo tour elettorale.

Ora tutti si ricordano che esiste la sua Regione. Questo interesse le fa piacere o teme che, finita la campagna elettorale, il suo territorio torni a sparire dai radar della politica nazionale?

“Il nostro impegno, l’impegno di Forza Italia e di tutto il centro-destra, il mio impegno personale in Parlamento, è proprio quello di evitare che la nostra Regione sia ancora una volta messa da parte da Roma. Per questo ci vuole una giunta regionale forte, autorevole, in grado di interloquire con la politica nazionale, ma anche con il mondo delle imprese, della banche, della finanza. Questa è la ragione per cui il risultato delle elezioni regionali è così importante: il Molise non può permettersi né la continuità nell’irrilevanza, come negli ultimi cinque anni a guida PD, né l’improvvisazione e il dilettantismo dei Cinque Stelle”.

Le elezioni politiche, in Molise, hanno premiato i Cinquestelle con il 44% dei voti. C’è il rischio che la sua Regione elegga il primo governatore grillino?

“Il rischio che corrono tutti i molisani è che alla Presidenza della Regione vada una persona priva di qualsiasi preparazione o esperienza professionale o politica. Non è saggio affidare a mani inesperte e prive di un programma credibile il potere di compiere scelte che influenzeranno la vita quotidiana di ogni abitante del Molise. Al tempo stesso, proprio perché siamo una piccola regione di soli 300.000 abitanti, senza una guida esperta saremmo condannati a non contare”.

Salvini ha detto che una vittoria del centrodestra in Molise (e in Friuli) può accelerare la formazione del governo. Condivide?

“Certamente gioverebbe, ma la vittoria il centro-destra l’ha già ottenuta il 4 marzo. E con la vittoria il diritto di guidare il governo sulla base del programma che abbiamo presentato agli italiani, per affrontare i temi decisivi del taglio delle tasse, del lavoro per i giovani, dell’aumento delle pensioni, della lotta alla burocrazia, del contrasto alla criminalità e all’immigrazione incontrollata. Naturalmente non disponiamo di una maggioranza autosufficiente e quindi bisognerà trovare delle convergenze, ma il centro-destra unito rimane la principale area politica del paese. Sono certa che le Regionali e le amministrative dei prossimi mesi confermeranno questa tendenza”.

Il 4 marzo, nella sua Regione, Forza Italia ha preso il doppio dei voti della Lega. Teme che i rapporti di forza possano invertirsi?

“Non vedo perché questo dovrebbe accadere. Forza Italia rappresenta quei valori e quei contenuti moderati, liberali, cattolici, che sono nella storia e nell’anima della nostra regione. Al tempo stesso sa esprimere la cultura del fare, della concretezza, della serietà, dell’equilibrio: sono le caratteristiche necessarie, al di là dei facili slogan, per far ripartire il Molise. Gli elettori possono votarci con fiducia, sapendo di scegliere la coerenza, e insieme la competenza e la credibilità. Abbiamo messo in campo una squadra di candidati che offrono tutte queste caratteristiche al massimo livello”.

Alle elezioni politiche il messaggio del centrodestra è apparso un po’ debole nelle Regioni meridionali. Tanto che il Sud ha votato in massa per il movimento di Di Maio. Come pensate di recuperare terreno?  

“E’ stato un voto fondato sull’emozione e sulla rabbia. Una rabbia legittima, perché il Sud negli ultimi anni è uscito dall’agenda politica dei governi di centro-sinistra, e soffre di problemi gravissimi che la politica non ha risolto. Ma la rabbia da sola non basta a cambiare le cose. Occorrono idee serie e persone serie. Quelle che noi offriamo ai molisani oggi e all’intero mezzogiorno in prospettiva. Per questo sono molto ottimista”.

 

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