Matteo Salvini (Instagram)

Riecco i transfughi: 5 deputati grillini passano con il Maie (la cassaforte di Salvini)

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Pronti, via: alla Camera riparte il ballo dei cambi di casacca. Cinque deputati eletti con il Movimento 5 Stelle hanno annunciato la propria adesione al Maie, il Movimento associativo degli italiani all’estero. Ed è una cosa che fa anche un po’ sorridere. Perché i transfughi in questione sono tutti stati eletti sul suolo patrio. Sono la padovana Silvia Benedetti, il pesarese Andrea Cecconi, il campano Catello Vitiello, il lucano Salvatore Caiata e il pugliese Antonio Tasso. Li unisce un destino gramo. Candidati nelle liste M5s, sono stati allontanati in campagna elettorale per comportamenti personali in contrasto con le regole etiche del Movimento. Che diamine hanno combinato? Benedetti e Cecconi, deputati uscenti, hanno fanno casino con i bonifici delle restituzioni. Sono stati rieletti sì – Cecconi ha addirittura battuto nel suo collegio il ministro Minniti -, ma Luigi Di Maio ha ha vietato loro di iscriversi al Gruppo pentastellato. Vitiello era stato massone, Caiata (presidente del Potenza calcio) aveva omesso di comunicare un avviso di garanzia per riciclaggio e Tasso ha nascosto una condanna per aver masterizzato cd. I tre sono stati allontanati per “indegnità”. In campagna elettorale hanno anche firmato una dichiarazione solenne in cui si impegnavano a dimettersi non appena proclamati. “Carta straccia”, l’ha definita poi Cecconi. E aveva ragione. Un onorevole non può fare harakiri. Il suo addio deve essere votato dalla maggioranza dei suoi colleghi.

Di Maio o di Maie?

Mollare? I cinque non ci pensano proprio. Anzi, hanno deciso di piantare le tende a Montecitorio. E dopo un rapido interludio come “apolidi” della politica, hanno compiuto la loro scelta. Aderendo al Maie. E torniamo alla domanda iniziale: cosa ci fanno con gli italiani all’estero loro che sono tutti eletti nello Stivale? Benedetti, con un comunicato, ha fatto capire che l’approdo al Movimento associativo potrebbe essere l’anticamera del suo rientro tra i pentastellati: “Sono stata sospesa, non espulsa, entro giugno i probiviri decideranno il mio caso”. Tuttavia il leader del Maie Ricardo Merlo nega di aver dato vita a un parcheggio per grillini spiaggiati. ”L’intenzione è quella di avere più impatto e maggiore peso politico per il nostro lavoro parlamentare. Credo che già nelle prossime settimane ci saranno altre adesioni”. Arriveranno altri deputati. Il numero due del Maie, Mario Borghese, sta lavorando a quello che sembra delinearsi come la riedizione del gruppo dei “responsabili”. Sì, ma per fare cosa? Merlo è considerato vicino a Matteo Salvini. Partecipando alle consultazioni al Quirinale, si era espresso per un governo guidato dal leader leghista (“E’ maturo, ha l’età giusta per governare”) e si sta dando da fare per creare una base parlamentare a suo sostegno. E’ vero, il “capitano” si è detto contrario alla ricerca del consenso dei singoli in Parlamento. Ma forse non ha detto tutta la verità.

Mai dire Maie

Al Senato la faccenda è più complessa per via del nuovo Regolamento. Il quale non permette la creazione di gruppi parlamentari ex novo. Non vieta, tuttavia, ai partiti che erano presenti sulle schede di raccogliere nuove adesione. Dunque il Maie, volendo, può crescere anche a Palazzo Madama. Nella scorsa legislatura i cambi di casacca furono 566. Cifra da guinness. Ma i record sono fatti per essere infranti.   

 

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