Festa M5s tagli vitalizi

Grillini ingrati: tagliano il vitalizio anche al loro guru Enzo Scotti

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Addio vitalizi. O quasi: l’ufficio di presidenza della Camera approva la delibera che introduce il ricalcolo della “pensione” dei deputati. Per tutti gli ex onorevoli varrà il sistema contributivo. Quello che hanno versato durante il proprio mandato è quello che avranno indietro. Moltiplicato per un complesso coefficiente di rivalutazione. La Camera risparmia 40 milioni all’anno. Il Movimento 5 Stelle incassa una vittoria politica. E crea un precedente importante. I trattamenti previdenziali non sono più intoccabili. Almeno finché un giudice non deciderà di annullare la delibera. Il prossimo obiettivo – lo ha già detto Luigi Di Maio – saranno i pensionati che percepiscono un assegno superiore ai 4mila euro.  

I grillini si riprendono la scena, dopo settimane di monopolio salviniano. Non è stato facile perché il Carroccio era molto scettico su questo provvedimento. La perplessità dei leghisti era sulle possibili conseguenze giudiziarie. C’era il timore di una class action indirizzata contro i singoli componenti dell’ufficio di presidenza, anziché avverso l’istituzione. Alla fine il presidente della Camera ha risolto il caso rivolgendosi all’Avvocatura generale. La tutela legale di Stato – hanno precisato i legali di Palazzo Chigi – non riguarda solo Montecitorio, ma anche i singoli componenti dell’ufficio di presidenza. Per cui Fico li ha invitati a decidere senza lasciarsi condizionare da influenze esterne e dalla rabbia degli ex deputati, che nei giorni scorsi avevano già spedito una lettera di diffida minacciando tuoni e fulmini.  

La delibera ha incassato 12 voti a favore: 5 del Movimento 5 stelle, 4 della Lega, 1 del Pd e 2 di FdI. Nessun voto contrario.  Tre gli astenuti di Forza Italia, mentre Leu e gruppo Misto non hanno partecipato al voto. Rispetto al testo originario sono state apportate due modifiche. La prima fa slittare l’entrata in vigore dei tagli, dal 1 novembre 2018 al 1 gennaio 2019. La seconda fa giustizia dei “casi umani”. Se il post onorevole ha subìto una riduzione tanto drastica da finire nella fascia dell’indigenza, la riduzione viene limitata al 50%. Ma deve dimostrare la reale sussistenza delle pezze al culo. I più penalizzati potranno comunque giovarsi della clausola di salvaguardia. Che prevede due tetti minimi: 98o euro e 1.470 euro al mese, nel caso in cui il taglio abbiamo mandato in fumo più della metà del vitalizio finora percepito. Viceversa viene introdotto un limite anche al rialzo. Nel caso di 67 ex deputati il passaggio dal retributivo al contributivo avrebbe fatto salire l’assegno mensile. Situazione che riguardava anche alcuni nomi eccellenti come Fausto Bertinotti (+1.356 euro), Gerardo Bianco (+451 euro), Massimo D’Alema (+249 euro), Ciriaco De Mita (+2.190 euro), Gianfranco Fini (+1298 euro), Arnaldo Forlani (+2.328 euro), Luciano Violante (+3.319 euro). Clamoroso il caso dell’ex sottosegretario prodiano Giorgio Bogi che, con il ricalcolo, passerebbe da 10mila a 25mila euro di vitalizio. Anche per loro, però, non c’è trippa. E dovranno unirsi alla massa dei ricorsisti se vorranno veder riconosciuto il loro diritto all’assegno pesante. I più penalizzati? I casi sono moltissimi. Tra le celebrities Claudio Martelli, che passa da 8mila a 3mila euro; Eugenio Scalfari, che scende da 3.108 a 1.043 (-66,4%); Ilona Staller, che ci rimette circa duemila euro (da 3.100 a 1.300 euro). Fa sorridere il caso di Enzo Scotti, fondatore della Link Campus university e talent scout di ministri pentastellati. L’ex dc percepisce 10mila euro al mese, con i tagli ci rimette il 20 per cento e passa a 8mila: grillini ingrati.

I Cinquestelle ieri si sono dati appuntamento a Piazza Montecitorio per fare festa. Palloncini gialli, bottiglie di prosecco personalizzate con la scritta “Bye bye vitalizi”. Arriva Di Maio e per l’esultanza resta senza voce. Dedica “la vittoria” alle “vittime della legge Fornero” e manda  un messaggio a Elisabetta Alberti Casellati, invitando il Senato a “prendere esempio” dalla Camera. Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede cerca un bicchiere per poter aggregarsi al brindisi, ma sono finiti. Di Maio non si ferma più, nonostante la raucedine: “Ci dicevano tutti che non era possibile, noi abbiamo tagliato questi privilegi in 100 giorni di governo, mentre gli altri hanno preso in giro i cittadini italiani per decine di anni”, e mette nel mirino le pensioni d’oro, annunciando a breve un provvedimento che le taglierà. Per l’occasione torna anche Beppe Grillo. E carica sui social una vecchia canzone di Frank Sinatra: “Bye bye baby…”.

 

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