Luigi Di Maio (Instagram)

I grillini salvano Salvini ma affondano Rousseau: “Costa 1mln e non funziona”

7 mins read

Vince il no all’autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini. I supporter grillini sostengono che il ministro dell’Interno fece gli interessi del Paese e non sequestrò i migranti come ritengono i giudici catanesi. Il 59 per cento la pensa così.

Rousseau va subito in tilt

Il risultato arriva all’epilogo di una giornata complessa per il M5s. Rousseau va in tilt dalla mattina. Il gran numero di accessi manda in blocco la piattaforma. Così l’orario di inizio delle votazioni – pro o contro Salvini – slitta di un’ora. Dalla 10 alle 11. Viene posticipata anche la chiusura delle urne virtuali, alle ore 21.30. Giusto in tempo perché oggi c’è il voto in Giunta per le immunità.

Le tensioni accompagnano l’intera giornata. Viene riferito di presunti dubbi di Giuseppe Conte sulla decisione di affidare la posizione del M5s sul caso Diciotti a un voto on line. In effetti ci sono pure le sue terga sulla graticola. Ma poi il presidente del Consiglio smentisce.

La Lega è perentoria. L’esito del referendum non riguarda solo Salvini. “E’ abbastanza chiaro che il voto è sul governo. Nel Movimento ci sono quelli più o meno filogovernativi”, spiega il sottosegretario leghista Edoardo Rixi, “è giusto anche capire cosa ne pensano loro”. Giancarlo Giorgetti è ancora più esplicito sulle conseguenze di un voto anti-Salvini: “Gli iscritti M5s sfiduceranno il loro stesso governo”.

“Costa un milione e non funziona”

Il clima tra alleati è teso. Ma anche tra i grillini gli scazzi sono continui. Molti deputati pentastellati se la prendono con il sistema operativo. Sono obbligati a versare 300 euro al mese alla piattaforma Rousseau e va lenta come un macinino. “Sono riuscita a votare solo dopo un’ora”, si sfoga una deputata con l’Adnkronos, “e per una piattaforma così costosa non è una cosa accettabile”. In totale “il gioiellino” di Davide Casaleggio incassa 98mila euro al mese con i bonifici dei parlamentari. E non ha neanche un sistema di identificazione sicuro. Vari portavoce grillini denunciano, nelle chat di gruppo, di essere entrati senza dover inserire il codice di verifica. Avrebbero dovuto riceverlo via sms. Ma non è mai arrivato. “E l’accesso è stato fatto comunque”. La senatrice Elena Fattori, dopo innumerevoli tentativi, perde la calma: “L’associazione Rousseau ha ricevuto un milione di euro per implementare la piattaforma. A oggi non è dato avere né una fattura né una ricevuta di come sono stati impiegati questi soldi. Dovrebbe funzionare come un orologio svizzero. E invece non riesco neanche a connettermi”.

C’è una falla nel sistema? I vertici del Movimento, interpellati sui problemi tecnici registrati da Rousseau, negano ci siano stati attacchi hacker, anche se il pirata informatico rogue0 è tornato a farsi vivo su Twitter.  I problemi, spiegano i cervelloni del Movimento, sono dovuti unicamente al boom di accessi.

Vota anche chi non deve

Sarà. Ma più passano le ore e più Rousseau prende la forma di un colabrodo. Al voto riescono a prendere parte anche gli ex grillini, come Dora Palumbo, consigliera comunale di Bologna che ha lasciato il Movimento un anno fa.

Poi c’è chi si ribella all’esito della consultazione, senza ancora sapere quale sia: “Ritengo fondamentale la democrazia partecipata”, premette la senatrice dissidente Paola Nugnes, “ma per le questioni nazionali non si può relegare ai soli iscritti del M5S una decisione di questo tipo”

A metà pomeriggio deve intervenire il partito per cercare di arginare le polemiche: “Non c’è un ritardo, sono i normali tempi tecnici di Rousseau”. Gli iscritti alla piattaforma sono circa 100mila, tantissimi sono coloro che hanno attivato contemporaneamente la procedura di voto, il buffering è fisiologico, giurano.

Meglio i gazebo

Parole che non frenano l’ira degli attivisti. Che usano il Blog delle stelle come sfogatoio. Fioccano commenti tipo: “Non riesco a votare, come cazzo devo fare?”, oppure “La prossima volta gazebo, carta penna e… clava!”. C’è chi alza bandiera bianca. Come Giovanni: “Non volete che voti? Me ne farò una ragione”.

Altri fanno i professorini. Parlano di browser da reinstallare, di firewall e antivirus. Ma nemmeno Salvatore Aranzulla può rimette in piedi questa giornata così storta.

C’è chi dà la colpa agli hacker. I complottisti: “Ho il sospetto”, scrive Ferdinando, “che il sito sia stato hackerato. Dopo mezz’ora di tentativi sono entrato nel sito senza sms di conferma: cosa molto strana”. “Sì, ancora gli hacker di questa cippa!”, rimprovera Many, “bastava decidere di inviare email con la posta certificata e poi fare un riscontro!”

“Tanto ci pensa Casaleggio”

“Sono passate quasi 5 ore e ancora molti di noi non riescono a votare”, scrive Enrico, che si lamenta del quesito (“Roba da vecchia politica”). Anche Paolo si ribella all’ortodossia grillina: “Avevo deciso di votare, ma mi sono accorto di essere stato preso in giro! Perché fare la domanda al contrario come fanno generalmente nei referendum dove se voti sì è no e se voti no è sì? Non mi piace ‘sta cosa neanche un po’. Sa di truffa o meglio, se volete che Salvini venga processato, scrivetelo apertamente, probabilmente se verrà processato e magari assolto farete una sola figuraccia e non questa che evidentemente è stata architettata a dovere”. Per Stefano “il quesito è fuorviante e la pezza è peggio del buco”, dice riferendosi al ‘ritocco’ alla formula introdotta in mattinata. “Ragazzi, non perdete tempo, non vi incazzate”, scrive iomio, “tanto lo scrutinio dei voti lo fa Casaleggio…”.

Rispondi

Latest from Blog