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Il fenomeno Ludwig 📀 spiegato a chi non è di Roma (video intervista) 🎬

Ludwig è Ludovico, ha 27 anni ed è di Roma. Fa il dj, il produttore e il cantante. Nella capitale è un piccolo (grande) fenomeno. Perché, in una scena satura di rapper, trapper e cantanti indie, ha proposto una cosa diversa. La musica elettronica con il cantato in italiano. Non che l’abbia inventata lui, questa roba, ma in quello che fa Ludwig è originale.

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Ludwig è Ludovico, ha 27 anni ed è di Roma. Fa il dj, il produttore e il cantante. Nella capitale è un piccolo (grande) fenomeno. Perché, in una scena satura di rapper, trapper e cantanti indie, ha proposto una cosa diversa. La musica elettronica con il cantato in italiano. Non che l’abbia inventata lui, questa roba, ma in quello che fa Ludwig è originale. E fresco. I suoi testi sono ironici, immediati. I ragazzi di Roma (non solo di Roma) si immedesimano. E corrispondono. Così si spiegano gli ultimi due sold out. E i numeri dello streaming: oltre 17 milioni di ascolti in pochi mesi. Più un disco d’oro per “Domani ci passa”, estratto dall’EP “Curioso”.

Da qualche giorno è stato rilasciato il video del nuovo singolo “Dopo Mezzanotte”, diretto da Filippo Silli. Un pezzo che è un po’ il manifesto del Ludwig-pensiero: serate pazze, vodka e ragazze bruttine che, a una certa ora della notte, vengono “rivalutate”. Tutto quel mondo che, chi va a letto presto, non può sapere.   

Quando hai cominciato a fare musica?

“La passione è esplosa Intorno ai 14-15 anni. Due anni più tardi ho comprato il mio primo computer e ho iniziato a produrre musica. In quel periodo andavo a ballare ai pomeridiani, mi piaceva la musica electro house, che poi si è evoluta nella progressive house. Ti posso fare un nome su tutti: gli Swedish House Mafia. Mi sono ispirato a loro e ho iniziato a creare le prime produzione di musica elettronica”.

Ok, gli SHM. Ci sono anche dei produttori italiani tra le tue fonti di ispirazione?

“Devo andare più indietro nel tempo per risponderti, quando ascoltavo Gabry Ponte, Gigi Dag…  Però io ho cominciato a fare subito progressive, quindi mi piaceva di più lo stile degli Swedish o di Martin Garrix, questa gente qui”.

 

Se dovessi etichettarla, come definiresti la tua musica?

“Il mio sound si è evoluto nel tempo. E’ sempre musica elettronica, la particolarità è il cantato. In Italiano”.

Tu produci e canti.

“Sono dj, producer e cantante. Quest’ultima veste è più recente”.

Danti, in una canzone dei Two Fingerz, diceva che “la cassa dritta ha sempre ragione”. E’ così?

“Cosa verissima. Se vai a ballare in qualsiasi discoteca, la cassa dritta c’è sempre”. (Per “cassa dritta” si intende quando, in una canzone il cui tempo si misura in 4/4, su ogni quarto ci batte la cassa, ndr)

La musica italiana funziona nei club?

“Se guardo alla mia esperienza, ti dico di sì. Il ragionamento che è alla base della mia musica è questo: alla gente piace la musica elettronica, se scrivo un testo in italiano su una base Edm, i ragazzi possono anche cantarla in discoteca e sentirla più loro. I risultati li vedo quando faccio le serate in giro”.

A Roma hai fatto due sold out.

“All’Atlantico e allo Spazio Novecento. Domenica 22 dicembre farò un concerto all’Orion”.

Fede calcistica: Roma o Lazio?

“Se nasci a Roma, devi essere della Roma”.

Dicono che Totti sia un tuo grande fan.

“Diciamola bene: sono io un grande fan di Totti”.

Roma Nord o Roma Sud?

“Roma è bella tutta, Nord e Sud”.

Nella capitale c’è un fermento di generi musicali, dalla indie alla trap, cosa ti piace?

“Trap, indie… ascolto tutto, alcune cose mi piacciono. Ma il mio genere è un altro, la musica elettronica”.

L’intro di “Dopo Mezzanotte” è una chitarra rock.

“Sì, mi piaceva l’idea di inserire una sfumatura rock nell’arrangiamento, in un pezzo che comunque sfocia nell’elettronica, con Il drop fatto con la cassa dritta.  Chiamiamola “dance rock” o “pop rock”… “

Sempre in “Dopo Mezzanotte” dici, testuale: “Oggi nel locale ho rimorchiato un lavandino, so giustificato so le cinque del mattino”. Quante volte ti è capitato?

(Ride) “Be’, sì è capitato. Non ti so dire quante volte, chi se lo ricorda. Ma credo sia successo a tutti, no?!”

 

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