Luigi Di Maio (Facebook)
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M5s e restituzioni: ecco i nomi di chi si tiene tutti i soldi 💰💰

Ora si scopre che in tanti, tantissimi, sono indietro con i pagamenti. Addirittura ci sono alcuni parlamentari che non hanno versato nulla nel 2019. Hanno tempo per farlo fino al 31 dicembre. Poi scatteranno le rappresaglie. Nel frattempo però, tra di loro, si fanno i conti in tasca. 

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E ora nel Movimento 5 Stelle volano gli stracci. Ancora per la storia delle restituzioni. La maggioranza dei parlamentari non è in regola con i pagamenti, ovvero quella parte dell’indennità e dei rimborsi che deve essere resa indietro e destinata a vari scopi: fondo per il microcredito, scuola, popolazioni colpite dalle alluvioni, povertà educativa, etc. E’ una regola aurea, questa, per i grillini. Hanno firmato l’impegno all’atto dell’accettazione della candidatura. Perché nel Movimento vale la regola che deputati e senatori (ma anche i consiglieri regionali) possano vivere con uno stipendio normale, senza stravizi. 

Ora si scopre che in tanti, tantissimi, sono indietro con i pagamenti. Addirittura ci sono alcuni parlamentari che non hanno versato nulla nel 2019. Hanno tempo per farlo fino al 31 dicembre. Poi scatteranno le rappresaglie. Nel frattempo però, tra di loro, si fanno i conti in tasca. 

Il senatore Gianluigi Paragone ieri ha sollevato il caso denunciando che  “tutti sapevano” delle mancate restituzioni e Luigi Di Maio ha lasciato fare, limitandosi a intervenire solo quando usciva qualche servizio de “Le Iene”. Su Facebook Paragone ha fatto l’elenco dei “nomi di chi non ha restituito nulla o quasi” e che segnalerà ai probiviri: “Acunzo, Aprile, Cappellani, Del Grosso, Dieni, Fioramonti, che lo hanno fatto anche ministro…. Frate, Galizia, Marta Grande, che è presidente di Commissione, La Pia, Romano, Vacca, Vallascas, Anastasi, capogruppo nella mia commissione Industria e Energia, Bogo, Ciampolillo, Di Marzio, Di Micco, Giarrusso, Lorefice. Tutta gente ferma a quota zero. Non hanno restituito nulla e allora il capo politico dov’è? Lo sapeva o ha fatto finta di non vedere? Mi sono rotto le scatole”, si inalbera il senatore pentastellato, “della gente che predica bene e razzola male. Io sono uno dei pochi perfettamente in regola”.

Quindi Paragone attacca il “ministro Fabiana Dadone che è un probiviro che dovrà giudicare me. E’ un po’ in conflitto di interessi perché è ministro e secondo me è anche un po’ incompatibile perché non puoi far parte del collegio dei probiviri ed essere anche ministro, ma vabbe’, quisquilie…”. Ebbene, insiste il giornalista, la Dadone, quella che dovrebbe vigilare sugli altri, “è ferma a cinque mensilità”.

L’elenco dei cattivi non è finito: “Carla Ruocco”, prosegue Paragone, “che è presidente della commissione Finanze e che vuole andare a fare la presidente della Commissione d’inchiesta sulle banche è ferma soltanto a tre mensilità. Non puoi sorvegliare i conti degli altri e non essere in regola con qualcosa che è identitario rispetto al Movimento. Lo stesso vale per il ministro del Lavoro, la senatrice Nunzia Catalfo, ferma a due mesi”.

I grillini insorgono contro l’operazione verità del senatore 5s: “Cosa aspetta il Movimento a espellerlo? Paragone”, attacca il deputato M5s Fabio Berardini, “è uno che solo grazie al Movimento è stato catapultato in Parlamento ed ora continua a sputare nel piatto dove ha mangiato e dove sta continuando a mangiare. Uno che ha votato contro la legge di bilancio. Uno che non si è mai fatto vedere alle riunioni di lavoro congiunte delle Commissioni Attività Produttive. Uno che parla di rendicontazioni attaccando strumentalmente i colleghi senza alcuna ragione”. O forse una ragione c’è, secondo Berardini: “Paragone magari voleva essere il Presidente della Commissione Banche. Una bella poltrona che gli avrebbe portato solo visibilità”.

Ma sul banco degli imputati c’è anche Lorenzo Fioramonti, ministro dimissionario dell’Istruzione. Il Movimento gli ha chiesto di tirare fuori 70mila euro di arretrati. Lui risponde picche: “In tanti abbiamo contestato un sistema farraginoso e poco trasparente di rendicontazione. Dopo aver restituito puntualmente per un anno, come altri colleghi”, continua Fioramonti, “ho continuato a versare nel conto del Bilancio dello Stato e le mie ultime restituzioni saranno donate sul conto del Tecnopolo Mediterraneo per lo Sviluppo Sostenibile”. Dal ministero dello Sviluppo economico, però, fanno presente che non è possibile: la fondazione Tecnopolo non ha ancora uno statuto e neanche un conto corrente dove versare i soldi… 

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