“Ha poche ore di vita”. Poi la ripresa. Come lotta Silvio Berlusconi

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C’è stato un momento, mercoledì sera, quando si è temuto davvero il peggio. Il pessimismo si è diffuso anche tra i medici che tenevano sotto osservazione il paziente. Si è ipotizzato che, data la situazione fortemente compromessa, a Silvio Berlusconi rimanessero poche ore di vita. Poi, però, già in nottata il fisico debilitato del Cavaliere ha iniziato a rispondere alla terapia. Tanto che, ieri mattina, si respirava un – cautissimo – ottimismo. Nello staff medico e tra i familiari del leader di Forza Italia. Con un quadro clinico che è andato via via stabilizzandosi. Il che non vuol dire che l’abbia scampata. Semplicemente che la speranza non è più appena a un filo. Come nelle ore precedenti. 

Fuori dalle stanze del San Raffaele si cerca di mandare messaggi incoraggianti. Con un Berlusconi impegnato in una serie di telefonate ai dirigenti del partito. In realtà Silvio è stato sotto sedazione per buona parte del giorno. Limitatissimi i contatti con l’esterno. Anche perché il Cav è sempre in terapia intensiva, aiutato da un respiratore. Nelle micro-conversazioni (pochi secondi) il leader ha avuto modo di sentire Giorgia Meloni e Matteo Salvini, durante il consiglio dei ministri. Telefonata arrivata sull’Iphone della premier. Che, in viva voce, ha fatto sentire il “viva Silvio” di tutti i ministri.  

La giornata, dunque. Fatta di visite e del primo bollettino medico. E’ stata la primogenita, Marina, a vincere le resistenze degli altri e a imporre un principio di trasparenza sulle reali condizioni del padre. Anche perché tanto le notizie sarebbero comunque trapelate ugualmente. E sono trapelate. In tarda mattinata viene diramata una nota del suo medico personale e primario della terapia intensiva, Alberto Zangrillo, e del primario di ematologia Fabio Ciceri. Poche righe in cui viene confermato che sì, Berlusconi ha la leucemia. E non da ieri, si precisa, ma “da tempo”. La condizione ematologica è in fase “cronica” e non sta evolvendo in fase “acuta”. E questa almeno è una buona notizia. Il problema sono i danni collaterali della malattia. Perché “l’infezione polmonare”, per cui Silvio è stato ricoverato in terapia intensiva, “si inquadra nel contesto”. Sicché il presidente di Fi, contemporaneamente, è sottoposto alla terapia per la polmonite e alla chemio per la leucemia. Ha 86 anni. Problemi cardiaci pregressi. Acciacchi vari che ne limitano la mobilità dalla scorsa estate. Eppure al San Raffaele, “con la massima prudenza”, ieri hanno registrato “un incoraggiante miglioramento” rispetto al giorno del ricovero. L’ex premier reagisce alla terapia antibiotica. E la forma di leucemia da cui è affetto, sottolineano fonti ospedaliere, non è rara nei pazienti della sua età e viene “trattata con terapie poco invasive”. Che significa? Bicchiere mezzo pieno: se continuano i progressi registrati ieri, Silvio potrebbe superare la crisi. Bicchiere mezzo vuoto: è difficile che, in questa situazione così compromessa, possa sopravvivere a lungo.  

Ma poi si sa: Berlusconi ha delle capacità di resistenza imprevedibili. Fosse solo per non dare soddisfazione a tutti quelli che, sui social, aspettano l’evento per sbocciare. “Papà è un leone”, dice Pier Silvio lasciando il padiglione Q del complesso ospedaliero. Ieri, attorno al letto, c’erano tutti i figli. E il fratello Paolo: “C’è un miglioramento, ne uscirà più forte di prima”. In visita anche gli amici di sempre: Marcello Dell’Utri, Adriano Galliani e Fedele Confalonieri. 

E il partito? Al momento ci pensa Marta Fascina. E’ la compagna di Silvio che tiene i contatti e smista le telefonate. Ma è inutile negare che, a Roma, si viva uno stordimento generale. Il “dopo” è un mistero avvolto in un enigma. Sia che il Cav saluti, sia che si rimetta in piedi. Nel secondo caso è difficile che possa occuparsi ancora di cose politiche. In presenza, poi, è proprio impossibile.

Chi prende in mano la baracca? Antonio Tajani è il vice presidente, tutti guardano a lui. Ma Forza Italia rimarrà sempre una pertinenza dei Berlusconi. Il titolare del simbolo è il tesoriere Alfredo Messina, uomo Fininvest. A Febbraio Paolo Berlusconi e i figli Marina, Eleonora e Luigi hanno versato 400mila euro per ripianare i debiti azzurri. Insomma, Fi è cosa loro. Esclusa un’opa dei dirigenti, resta l’ipotesi della diaspora. Verso Fdi e Lega. Non prima che il Cav chiuda gli occhi. Ovviamente. 

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