Il centrodestra arruola 11 “responsabili” alla Camera e 4 al Senato. Ma non bastano

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La missione era difficile. E per il momento può dirsi fallita. Convincere esponenti di altri gruppi a sostenere un governo di centrodestra. Al momento non si registrano esodi di massa. Non sono più gli anni zero quando Silvio Berlusconi era una calamita. E poteva cambiare il destino di una persona schioccando il pollice e il medio. Poi, all’epoca, quando nacque il gruppo dei “responsabili” al Cavaliere mancano una spicciolata di voti per poter tenere in piedi il suo governo. Oggi gli servono 51 “volenterosi” a Montecitorio e 30 a Palazzo Madama. Considerando che la legislatura è all’inizio, che l’incertezza di un voto anticipato aleggia costantemente, che lo scouting è condotto per interposta persona (il candidato premier è Salvini), ebbene l’operazione ha un coefficiente di difficoltà elevato. Troppo.  Alla Camera gli emissari di Silvio sono riusciti a recuperare 11 voti, tra centristi, ex grillini ed eletti all’estero. In totale la coalizione avrebbe 276 voti. Ne mancano ancora 40. Al Senato ci sono 4 “responsabili” in tutto. Che sommati ai 137 del centrodestra fanno 141. Ne servono 16 per raggiungere la maggioranza assoluta.

I numeri del centrodestra alla Camera

Difficile sperare che arrivino fuoriusciti dai Cinquestelle. E allora Berlusconi continua a guardare al Pd, nonostante il disappunto di Salvini. Altro che pentastellati: l’esecutivo del centrodestra potrebbe partire grazie all’astensione dei dem. Alla Camera basterebbero anche soltanto gli 80 renziani per far prevalere i sì al governo del centrodestra sui no (276 a 274). Al Senato, invece, servirebbe anche l’astensione dei senatori a vita e del Gruppo delle autonomie. 

I numeri del centrodestra al Senato

 

Ma il Pd risponde picche. Loro attendono indicazioni dal Capo dello Stato. La condizione per un appoggio a un “governo di tutti”, spiegano, è che si tratti di un vero esecutivo istituzionale, che comprenda anche il M5s. Mentre mai si sognerebbero di “sostenere un qualsivoglia percorso con Salvini, Berlusconi e Meloni come soci di riferimento”. E del resto lo stesso Salvini ha restituito l’antipatia dicendo “mai con Renzi”. Il senatore fiorentino però ad Arcore piace. E non è mai stato un mistero. E’ l’erede di Silvio? Il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri risponde così: “Renzi ha 40 anni, Berlusconi ne ha 80. Potrebbe esserlo a meno che non ne esca un altro. Io lo stimo, è uno capace”.  

 

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