Ultimo, concerto olimpico

Da San Basilio all’Olimpico, la favola di Ultimo 🎤

Da San Basilio, periferia Nord Est di Roma, nei giorni di traffico intenso ci si mette anche un’ora per arrivare allo Stadio Olimpico. Ultimo ci ha impiegato due anni. Ma lui ha volato. Ieri sera il cantante romano si è esibito nella sua città davanti a 64mila persone. E’ l’artista più giovane, 23 anni, a fare sold out nel catino del Foro Italiano. “Due anni fa stavo al mercato di Testaccio, davanti a dieci persone...”. Poi la sua carriera ha preso una accelerata fotonica. “Faccio sempre il passo più lungo della gamba, mi dice bene. Se non osassi, non crescerei”, spiega durante la conferenza stampa pre concerto, in una saletta sotto la tribuna Montemario. 

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Fare gli stadi è una roba per rockstar. A dire il vero sono pochi quelli che ci riescono ancora. Vasco, ovviamente. Mentre Ligabue ha ammesso le difficoltà che ha a fare i numeri di dieci anni fa. Allora cominciano a spostare i palchi. Sempre più vicini alle curve, per dare la sensazione visiva di aver fatto il pieno. Niccolò Moriconi è arrivato bello fresco. Ha infilato tre album da record. I suoi pezzi più famosi hanno qualcosa come 40 milioni di stream su Spotify. Doveva vincere Sanremo con “I tuoi particolari”. Era favorito. Piaceva anche a Matteo Salvini, per dire. Poi si è trovato avanti Mahmood. Ed è arrivato secondo. Pazienza.

Il ragazzo di San Basilio ha continuato a macinare musica e numeri. “La Favola”, il concerto romano di chiusura del tour estivo, è tutto esaurito da marzo. E nel 2020 già annuncia che si esibirà soltanto negli stadi. “Se guardiamo alla tempistica, mai mi sarei aspettato di trovarmi qui appena dopo il terzo album”, spiega. Che poi è uscito a due anni di distanza dal primo. “Ho puntato tutto sui live, per me sono la cosa più importante, io vivo per i concerti”. 

A Roma Niccolò dice di sentirsi “a casa”, ma non per questo a suo agio. La pressione si è fatta sentire. E tanto. Ha preferito andare in hotel e non dai genitori: “Sono state tre notti insonni”. Ventisette pezzi in scaletta (compresa una cover di Albachiara di Vasco) e due ospiti speciali: Antonello Venditti e Fabrizio Moro. Con il primo Ultimo ha cantato “Roma Capoccia” e “Notte prima degli esami”. L’ingresso di Venditti è stato anticipato da una sorpresa. Un video in cui, partecipando a un saggio, Niccolò, allora tredicenne, canta proprio l’inno alla capitale del cantante romano. Mentre “con Moro”, spiega, “ho una amicizia che prescinde dal lavoro, è un fratello. Alcune sue canzoni mi danno emozioni molto forti”. 

Entrando all’Olimpico per le prove, Ultimo ha cercato i seggiolini dove sedeva con il padre (“Quando eravamo abbonati alla Roma”) e ci si è accomodato: “Se allora fosse passato qualcuno e mi avesse detto: “Tra dieci anni suonerai qui”, l’avrei preso per un matto”. E invece. Il cantante ha dedicato alla sua città “Poesia per Roma”: “Ero in vacanza all’estero, steso su un lettino, quest’inverno. Quando ho finito di comporre il testo, mi si è rivelata davanti una bandiera giallorossa… un segno del destino”, ha scherzato con i giornalisti facendo vedere il video sul suo telefonino.               

 

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