Matteo Salvini (Instagram)

Bonaccini dà ai migranti le case confiscate alla mafia. E Salvini sbrocca 😡

L’Emilia Romagna assegna gli immobili della criminalità organizzata alle cooperative che si occupano di ospitare i migranti. Un modello di accoglienza di cui, oltretutto, Stefano Bonaccini va fiero, perché la sua Regione è la prima (e l’unica) a farlo in Italia. Ma è una roba che fa venire l’orticaria a Matteo Salvini. 

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L’Emilia Romagna assegna gli immobili della criminalità organizzata alle cooperative che si occupano di ospitare i migranti. Un modello di accoglienza di cui, oltretutto, Stefano Bonaccini va fiero, perché la sua Regione è la prima (e l’unica) a farlo in Italia. Ma è una roba che fa venire l’orticaria a Matteo Salvini. 

Il leader della Lega anche ieri era in terra emiliano-romagnola per comizi. Ed è proprio da lì che ha sollevato il caso: “Il Pd di Bonaccini vuole cancellare i decreti sicurezza, che tra le altre cose hanno dato più impulso all’attività dell’Agenzia nazionale dei beni sequestrati alla criminalità organizzata”. Ma non basta: “La sinistra vuole utilizzare i beni confiscati per l’accoglienza degli immigrati”. In realtà già lo fa. E questa cosa non va giù al Capitano: “La Lega la pensa diversamente: i boss si combattono sempre e comunque, i Decreti sicurezza non si toccano e i beni sequestrati vanno restituiti ai cittadini emiliano-romagnoli”, non ai migranti.  ”Sono orgoglioso”, prosegue l’ex ministro dell’Interno, “di aver combattuto la criminalità organizzata. Quando ho lasciato il Viminale in tutta l’Emilia-Romagna contavamo 564 beni immobili in gestione e 144 destinati, oltre a 108 aziende in gestione e 13 destinate. È l’antimafia dei fatti e non delle chiacchiere. Il Pd dica con chiarezza se vuole combattere i boss fino in fondo oppure no”.

Come funzionano le cose? Delle confische di cui parla Salvini, già 41 immobili – tra ville, appartamenti e case indipendenti – sono stati affidati a cooperative che si occupano dell’accoglienza o sono in procinto di essere assegnate. E questo in funzione di una legge nazionale (la 109/96 per il riutilizzo pubblico e sociale dei beni confiscati alle mafie) e di una norma regionale, il testo unico sulla legalità, approvato nel 2016. Già Marco Minniti, quando sedeva al Viminale, aveva pensato a qualcosa del genere. Poi il Pd aveva perso le elezioni, anche a causa della gestione impopolare dell’emergenza migratoria, e lui aveva dovuto lasciare il ministero. Nel frattempo ci hanno pensato i compagni emiliani a tenere alta la bandiera dell’accoglienza. 

Nel 2017 sono stati stanziati, sempre dalla Regione guidata da Bonaccini, 600mila euro per il recupero “a fini sociali” delle case dei boss della mafia che avevano messo radici nel Centro Nord. Le associazioni che si occupano di accoglienza ottengono il bene e, ovviamente, anche i soldi per assistere e provvedere ai migranti. Da poco sono stati emessi i nuovi bandi: 400 richiedenti asilo andranno sistemati a Bologna, 830 se li divideranno Forlì e Cesena, altri 700 finiranno a Modena e Ravenna. 

Non tutti, ma molti di loro finiranno nelle case confiscate: l’articolo 19 del Testo unico per la legalità, spiega Matteo Rancan, consigliere regionale della Lega e capolista a Piacenza del Carroccio, “consente di cedere i beni immobili alle cooperative che si occupano di richiedenti asilo. Se penso ai salti mortali che fanno i sindaci per mettere da parte ogni singolo euro per le case popolari mentre la Regione appena ha nuovi alloggi li dà ai migranti, mi cascano le braccia…”.    

Se al Viminale dovessero rispolverare l’idea, seguendo l’esempio Bonaccini, ci sarebbero ben 5mila immobili da utilizzare per fini sociali, buona parte dei quali nelle Regioni del Sud. “Il Pd genera insicurezza e preferisce i migranti agli emiliani e romagnoli”, attacca la candidata Lucia Borgonzoni.

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