Primi effetti del Pandoro. O gli ultimi, dipende dai punti di vista. Chiara Ferragni decide di mandare in liquidazione una delle società del suo gruppo imprenditoriale, la Fenice Retail Srl, quella che si occupava della catena dei negozi fisici del brande della influencer milanese.
In realtà tra un po’ scopriremo che le cose non andavano bene già prima che esplodesse il bubbone. Costi alti, non giustificati dai ricavi. E allora ciao proprio.
Chiedimi se sono “Fenice” – Ficchiamo un attimo il naso nel conto economico della Fenice retail Srl. Le perdite, quelle dei bilanci 2023 e 2024, sommate, fanno 1,2 milioni di euro. L’azienda nell’ultimo conto economico riporta un fatturato di 340mila euro, migliorato rispetto all’anno precedente, quando si era attestato a quota 303mila. Ma il problema sono i costi di produzione (personale, affitti, merci) che si sono aggirati intorno al milione all’anno. Impossibile starci dentro.
Sui conti correnti, a fine 2024, rimanevano circa 100mila euro, ma non sono bastati a evitare il peggio.
L’assemblea dei soci – Il 17 aprile, nella sede di Fenice Retail Srl, si è riunita l’assemblea dei soci. C’era Chiara Ferragni, amministratrice unica della società, e Claudio Calabi, in rappresentanza del socio unico, la Fenice srl. All’ordine del giorno l’approvazione dei bilancio 2023 e 2024.
Chiara, prendendo la parola, ammette che le perdite del biennio vanno oltre le soglie consentite dalla legge. A questo punto ci sono due strade. Le espone ai presenti. La prima è ricapitalizzare. Ma Fenice srl, rappresentata da Calabi, non ci pensa proprio. La seconda è sciogliere la società e nominare un liquidatore. Individuato sempre nella persona di Carabi, il manager scelto dalla Ferry per mettere in sicurezza i conti delle sue attività imprenditoriali. Si procede così allora.
Un occhio per piangere – Addio al flagship dell’occhietto cigliato. Chiude quello romano, di via del Babuino. Ma non basta, vanno tagliate le attività improduttive. Ma soprattutto quelle che macinano debiti. E ora la Fenice srl prova a rilanciarsi. Con un piano di risanamento che si basa sulla ricapitalizzazione fatta da Chiaretta. Ci ha ha messo 6,4 milioni di euro, assumendo la quasi totalità delle quote societarie.